Il papà di Lara è senza lavoro: è stato licenziato,perché la fabbrica dove lavorava ha chiuso definitivamente, e i curricola che spedisce e recapita restano tutti senza risposta.
Presto però, un passo alla volta, sembra trovare un nuovo spazio per sé in casa: lava i piatti, passa l’aspirapolvere, prepara il pranzo e si prende cura dei suoi figli: Luca, la piccolissima Sofia e Lara, la maggiore, che guarda con tenerezza alle azioni casalinghe del padre che le appaiono come “piccoli capolavori” (alla mamma, invece, veniva tutto “naturale”).
Ma quando questa nuova dimensione diventa definitiva, quando quello di casalingo diventa il “nuovo lavoro” di papà, le cose cambiano e Lara comincia a desiderare per lui “un lavoro vero, come gli altri papà”, “un lavoro da uomo”.
Lara è sincera, non usa le mezze frasi e le verità camuffate che spesso infarciscono i discorsi degli adulti: vorrebbe corrispondere alla “concezione precisa di normalità” del tranquillo paese di cinquemila abitanti in cui vive e lo dice apertamente. Vorrebbe avere, proprio come gli altri bambini e le altre bambine, il papà che lavora fuori casa, la mamma casalinga. Invece il suo papà è diventato una “mosca bianca”.
Cercando il sostegno dei nonni nella sua battaglia “contro” la scelta del padre, Lara rimarrà spiazzata nelle sue aspettative e anzi troverà l’occasione di esplorare a fondo la storia della sua famiglia e di conoscere, tramite le pagine del diario da lei redatto durante la Seconda Guerra Mondiale, la bisnonna Adelaide, detta Adele.
Ed ecco che nella vita di Lara, dopo il papà che fa un lavoro “da donna”, compare la bisnonna che fece un lavoro “da uomo”, guidando i tram per le strade della città e sfidando i pregiudizi e la cattiveria della gente insieme alla paura e ai pericoli della guerra.
Lara scopre – e noi, i suoi lettori, le sue lettrici, lo scopriamo o riscopriamo con lei – che dentro i grandi avvenimenti della Storia – la guerra, la crisi economica – si muove la “gente non comune” che con la sua vita, con il suo essere ed agire nel mondo, è protagonista di piccoli grandi cambiamenti destinati a tracciare un solco entro il quale altre donne e altri uomini si muoveranno.
Donne come la bisnonna Adele hanno, tra le prime, sfidato il pregiudizio che le voleva per natura portate “solo” alla cura dei figli e della casa aprendo la strada a quei cambiamenti – ancora non del tutto compiuti, o almeno non compiuti in modo del tutto soddisfacente – che hanno portato le donne ad uscire di casa… per studiare, per lavorare e per (provare a) realizzare i loro sogni.
Hanno affermato il diritto alla realizzazione di sé, alla scelta libera del proprio presente e del proprio futuro al di fuori e contro quegli stereotipi di genere ancora oggi così tenacemente resistenti che vorrebbero incasellare ciascuno e ciascuna di noi entro un orizzonte già scritto alla nascita, nel nostro sesso.
Poiché lo stereotipo di genere si applica – sia pure con prescrizioni e divieti opposti – sia alle donne che agli uomini, anche questi ultimi hanno bisogno di affrancarsene per ritrovarsi liberi. E felici.
Per questo, nonostante le differenze apparenti siano enormi da molti punti di vista, il percorso della bisnonna Adele e quello del padre di Lara sono in realtà parte di uno stesso cammino che – nell’uno come nell’altro caso – trova conferma e forza nella condivisione con altri ed altre e nel riconoscimento che si ottiene (prima di tutto) da chi sia ama.
Di questo stesso cammino siamo parte anche noi, ogni giorno, con le nostre scelte e con lo sguardo che riserviamo alla libertà degli altri e delle altre e al loro diritto di esprimersi rifiutando condizionamenti o presunte “normalità” preconfezionate.
Come ogni cammino, anche questo può subire battute d’arresto o addirittura marce indietro: ciò accade quando smettiamo di interrogarci, di cercare, di PENSARE e ci affidiamo al “dicono tutti”, al “fai come gli altri”, al “non comportarti come un maschiaccio”, al “se piangi sei una femminuccia” demolendo così, in un attimo, un pezzetto di libertà magari costruito con grande fatica ed impegno.
Abbiamo bisogno di tante storie come quella raccontata in modo splendidamente spontaneo e senza forzature da Eleonora Laffranchini. Abbiamo bisogno che queste storie interferiscano più in profondità con la Storia, perché hanno il potere di renderla più vera, più comprensibile, più nostra.
E di renderci un po’ più liberi.
Titolo: Corse di tram
Autrice: Eleonora Laffranchini
Illustratore: Antonio Boffa
Editore: Casa editrice Mammeonline
Collana: Crisalidi e farfalle
Età lettori/lettrici: 9+
Prezzo di copertina: 8.00
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